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Selezionati IDS Academy 2022

I progetti selezionati a IDS Academy 2022

Case di Giulia Casagrande
Tra le colline marchigiane è nascosto un fazzoletto di terra che per secoli è stato sfruttato come cava di estrazione di gesso per costruire case. Qui a inizio ‘800 sono stati trovati migliaia di fossili risalenti a 6 milioni di anni fa. Era la più grande collezione di flora fossile italiana. Dopo l’abbandono dell’attività industriale, il rudere della vecchia fabbrica dell’Italcementi osserva gli spostamenti di animali e piante che sono tornati a vivere in questo spazio. Due ornitologi catturano degli uccelli, fanno ipotesi sui loro spostamenti, sulle loro migrazioni. Una giovane naturalista studia i movimenti delle piante, le loro strategie abitative e di solidarietà. In mezzo alla vegetazione, in cui molti animali selvatici hanno trovato rifugio, le maniere di abitare si moltiplicano, emerge l’utopia di una coabitazione possibile tra piante, animali, uomini e minerali.

Chi si prenderà cura di me? di Matteo Castellino
Una casa borghese nel quartiere Nomentano di Roma, divani e tavoli di un certo pregio sono occupati da un gruppo variegato di persone. Hanno tra i 18 e i 70 anni. Sono gay, bisex e non binary. Questo luogo ha significato uno spazio sicuro dove potersi ritrovare per dialogare. Le loro conversazioni spaziano su più temi: dalla prima volta in cui si è capito di essere gay, alle difficoltà riscontrate in famiglia. Grazie a questi incontri è nata un’amicizia che ora richiede uno sforzo in più: aiutarsi gli uni con gli altri per costruire insieme una casa a Roma dove poter invecchiare serenamente.

Deniz di Giuseppe Bisceglia
Deniz ha 36 anni ed è un rifugiato fuori dal comune, prima cosa: è Turco. Attivista contro Erdogan, blogger, DJ, migrante e rifugiato politico in Italia, dopo aver vissuto esperienze disumane, Deniz prova a conquistare i suoi diritti fondamentali in un nuovo Paese. In Turchia era un DJ conosciuto e tutte le sue serate si concludevano con Bella Ciao. I problemi con il regime cominciano nel 2012 quando viene accusato di far parte di un gruppo terroristico informatico. Deniz è un attivista e blogger, le sue pagine contano milioni di follower. Nel 2013 partecipa alle proteste di Gezi Park. È di fianco ad Ethem Sarisuluk mentre viene colpito da un colpo di pistola. È il 2017: una bomba carta esplode davanti casa dei genitori e capisce che non può restare. Il suo viaggio attraverso la rotta balcanica è un susseguirsi di solitudine e di azioni rocambolesche, mistiche e simboliche.

Emuron Ngakipi di Filippo Tommasoli
Jeremiah è un giovane pastore che vive con la famiglia nell’arido deserto del Turkana (Kenya), una delle zone più colpite al mondo dal cambiamento climatico. Dario Laurencig è un missionario comboniano conosciuto in tutta l’Africa orientale come “Ngakipi Emuron”, ovvero lo sciamano dell’acqua. Andando contro la tradizione nomade del proprio popolo, Jeremiah vuole coltivare la terra. Sa che l’unica possibilità di sopravvivenza per i Turkana è diventare contadini stanziali nelle oasi che Dario ha creato negli ultimi trent’anni. Il rabdomante infatti ha dedicato la propria vita alla ricerca dell’acqua nel deserto, mettendola a disposizione della popolazione grazie alla costruzione di pozzi, finanziati dal fratello Primo assieme all’associazione di vignaioli friulani “Diamo un Taglio alla Sete”.

Il Paradiso dei veli di Federica Corti
Progetto vincitore del premio IDS Academy nell’ambito del Premio Solinas 2022.
Quattro anni fa Keltum e Fatiha, due giovani ragazze di  27 e 30 anni  di origine marocchina, hanno aperto a Bologna il primo negozio in Italia dedicato al velo islamico: l’Hijab Paradise, a cui, nel 2021, è seguita l’apertura della seconda sede a Cesena. Nell’arco di poco tempo, il loro negozio è diventato un simbolo della libera scelta delle donne di portare il velo e un polo di attrazione per ragazze musulmane provenienti da tutt’Italia, le quali possono finalmente godere di un’ ampissima selezione di veli dai diversi materiali, colori, tipologie.

I semi del deserto di Andrea Colzani
Per garantirsi la sopravvivenza l’uomo ha ottenuto un certo tipo di controllo sulla natura e le risaie ne sono un esempio perfetto. Un rapporto necessariamente sbilanciato, ma che richiede rispetto e limiti. Ignorarli spregiudicatamente porta a eventi incontrollabili e il ritorno a un rapporto primordiale in cui nessuna tecnica è in grado di governare la situazione. In un paesaggio surreale sospeso tra presente e futuro i risicoltori lottano contro la siccità. Nell’arco delle quattro stagioni del ciclo agricolo, le famiglie di risicoltori De Paoli, Bertolino, Pieropan e Chiò affrontano scenari catastrofici e prendono difficili scelte anche in prospettiva delle eredità aziendali. L’attualità delle risaie può anche essere la finestra sull’avvenire di molte altre realtà. Nel seguire le vicende si galleggia indeterminatamente tra presente e futuro prossimo.

I wanna live! di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti
Alessandra ama il flamenco. Adora viaggiare e ama i perdenti, “quelli con lo sguardo difficile, che sono caduti, ma si rialzano per cadere ancora”. È un’attivista, una militante e lotta da sempre. Negli ultimi 10 anni il fronte della battaglia è il suo stesso corpo, minato dal cancro. Visitata da diversi oncologi, allontanatasi da tutti quelli che la volevano passiva e “paziente” e da tutti quelli che la davano ormai per spacciata, nel 2019 trova in Germania un medico che mette da parte quanto dicono i protocolli e legge invece la fame di vita nei suoi occhi. I viaggi a Francoforte e le cure hanno però costi altissimi. Lancia una raccolta fondi ed è da subito un successo, con la pagina Facebook che diventa una famiglia virtuale con cui condivide la sua lotta quotidiana.
“Sono diventata un’influencer del cancro. La Ferragni me spiccia casa!” ripete Alessandra con la sua autoironia.
Dopo un anno di campagna, raggiunge l’obiettivo della sua raccolta fondi: 25.000,00 Euro.
È il 14 agosto 2020.
Il giorno stesso in cui però muore.

Il Ras di Saigon di Roberto Persia
E se “Napalm girl”, la foto del bombardamento vietnamita premiata con il Pulitzer 1978 fosse stata scattata in realtà da un giovane fotografo italiano, Ennio Iacobucci, morto suicida l’anno successivo? Oggi sconosciuto, era stato candidato al premio dal New York Times per le sue foto del Vietnam. Qui dal 1968 al 1975, vendeva le sue foto alle riviste più importanti del mondo: NYT, Life, Famiglia Cristiana, Reuters. Era diventato il Ras di Saigon, per via di quella sfrontatezza tendente al disprezzo per la paura che gli permetteva di scattare foto che i colleghi preferiscono acquistare all’Hotel Continental, al suo rientro. Ennio veniva da un piccolissimo paese della Marsica, in Abruzzo. Da quelle parti chi lo ricorda è sicuro che a scattare la foto a Trang Bang sia stato lui. Di ritorno da Saigon, nel 1977, a trentasette anni, muore suicida a Roma. Di lui rimangono i ricordi dei colleghi, reporter reduci del Vietnam, e la leggenda che si tramanda tra i tavoli del bar del suo paese di origine, Morrea, dimenticato quanto lui.

Illegali di Ludovica Fales e Tomas Sheridan
Progetto partecipante al programma di training ESoDoc.
Quando il primo governo italiano di estrema destra da 80 anni arriva al potere promettendo blocchi navali contro l’immigrazione, la capo missione Sheila e la sua squadra di Mediterranea, unico gruppo di civili in Italia a salvare i migranti in mare, si prepara a proteggere vite umane ad ogni costo. Le esperienze di Sheila, David e Agnese, l’azione diretta, la disobbedienza civile, le cause legali, ma anche le lotte personali e il peso che il lavoro umanitario assume nelle vite e nelle relazioni, dimostrano che salvare vite è un istinto umano e non può essere considerato un crimine.

Nazareno Biondo di Simone Coppola e Francesco Ubertalli
Da qualche anno lo scultore Nazareno Biondo sta lavorando alla sua opera più complessa: una riproduzione in marmo in scala 1:1 della vecchia 500, l’espressione della sua costante ricerca dell’artigianalità dell’arte per rappresentare le bellezze e le contraddizioni dei nostri tempi. Per Nazareno Biondo “La vecchia 500 abbandonata sarà il simbolo di un luogo e soprattutto di un tempo in cui il futuro della mia generazione poteva essere ancora deciso”. La 500 è stata il simbolo dell’eccellenza ingegneristica italiana, segnando una cultura e le sue generazioni, dando l’opportunità a molte persone di sognare un futuro raggiante e pieno di speranza. L’opera riprodotta in marmo sarà un sottile filo rosso che collega la narrazione della vita, del passato e della filosofia di Nazareno Biondo.

I partecipanti selezionati senza progetto sono:
Elisa Cherchi, Rodolfo Colombara, Valentina Corrado, Miriam Selima Fieno, Simona Irrera, Linda Magnani, Massimiliano Milic, Emma Onesti, Maria Stella Regè e Maryam Shater Jannati.